a la maggior parte sono così danneggiate, che si affondano per viaggio. Questo memorabile combattimento durò per sei ore. Tutti concorsero unanimi ad accordar il merito della vittoria a Tommaso Morosini. Tosto che si potè, si pensò a celebrargli magnifici funerali, a’ quali vollero assistere quanti ufficiali nelle occasioni passate avevano servito sotto di lui: tanto era grande l’amore e la venerazione verso quest’insigne uomo. Allorchè la nuova dell’azione sorprendente del Morosini giunse a Costantinopoli, nessuno sapeva persuadersi, che un sol vascello avesse potuto riuscir vittorioso contro 45 galere. Gridavasi al tradimento, sparlavasi del Divano per l’ingiustizia di questa guerra, e qualche principio spiegavasi di sollevazione. A Venezia si pensò subito a ricompensare la famiglia Morosini, non che quelle de’ suoi compagni di sventura e di gloria. Ma allora quando vi giunsero le mortali sue spoglie, tutta la città fu in lutto, ed ogni classe di cittadini volle assistere alle sue esequie. Uno de’ nostri principali oratori compose l’orazione funebre, nella quale si esposero le sue gesta gloriose; nè si lasciò di paragonarlo al romano Orazio Coclite; forse solo del nostro eroe più famoso, per le penne illustri che lo esaltarono, e per l’esito ben più importante derivato dal personal coraggio, comune ad entrambi; poich’egli ottenne di salvare la patria minacciata di esser presa a viva forza, laddove il Morosini influì soltanto ad una gran vittoria, che si confuse poscia, per così dire, colle tante altre riportate dai nostri concittadini.
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