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      Appena questi seppe l’arrivo del Grimani, che se ne fugge a volo. Il Grimani lo insegue, e gli prende varie saiche; l’altro si ritira verso l’isola di Scio; il nostro lo raggiunge al momento ch’era per entrare nel porto, e fa sopra la flotta turca un fuoco terribile, onde il nemico spaventato, abbassa tutti gli alberi delle navi, si nasconde dietro il molo, ed impedisce così ai nostri di potergli nuocere. Di fatti, conosciutane l’impossibilità, il Grimani desiste sul momento; ma come seppe, che il Bassà erasi avviato con quaranta galere e trenta saiche verso il porto di Cismè, lo insegue, lo attacca, gli prende d’assalto un forte appena appena costruito, ed in mezzo ad una tempesta di palle di cannone s’impadronisce di 25 saiche cariche di grani, e di ogni genere di provvisioni. Il Bassà vergognoso, arrabbiato di questa perdita, giura vendetta, e sfida i nostri a battaglia. Il Grimani l’accetta, e con una scarica generale della sua artiglieria, costringe sul momento stesso quel millantatore alla fuga, il quale perdè molte altre saiche che i nostri acquistarono. Il Grimani, senza frappor dimora, incalza il Bassà, che sen fugge di nuovo. Alla breve: tutte le volte, che il Grimani, benchè con forze tanto inferiori, tentò di venire ad un combattimento decisivo, il capitan Bassà l’evitò sempre; sì gran fama godeva il nostro comandante, e tanto erano gravi i danni che recava ai nemici in ogni incontro! Arrivato l’inverno, i Turchi rientrarono in Costantinopoli. Il Grimani percorse le isole dell’Arcipelago, mise a contribuzione la maggior parte di quelle che appartenevano ai Turchi, indi recossi in Candia.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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