Disse….ma l’anno 1650 non era già più l’anno 1204, epoca questa delle grandi imprese. La maggior parte de’ Senatori, riflettendo ch’era un arrischiar troppo con riuscita incerta, e che un accidente solo impreveduto poteva cagionar immenso danno, risolsero di ordinare al Riva, che impiegasse soltanto tutte le sue cure per vietare ai Turchi di uscire con nuova flotta da Costantinopoli. Egli in quel frattempo non erasi allontanato dalla fortezza delle Focchie, senza averla voluta sottomettere. Avendo poi risaputo, che a Smirne stavano in pronto per la partenza sedici vascelli inglesi carichi di munizioni di guerra, e varie reclute per soccorrere i Turchi, risolse di recarsi egli stesso colà, e fece in modo da dissuadere que’ capitani da una impresa, che disonorava la loro nazione. Noi dobbiamo in ciò ammirare, e la nobiltà d’animo negli uni, ed il potere dell’eloquenza del nostro duce. Di là il Riva si avviò a Volo, dove apportò notabili danni ai Turchi, rovinando i forni e i loro magazzini di biscotto; e predò anche cinque vascelli, che ne caricavano per la Canea. In quello, gli giunse l’ordine di serrare i Dardanelli. Obbedì immediatamente; ma mentre faceva le sue disposizioni per il collocamento della squadra, un colpo di cannone lo stese morto sul momento. Il dolore s’impadronì di tutt’i cuori, e la confusione entrò in tutta la flotta. Pure non si neglesse di raccogliere quelle amate spoglie, che mandate a Venezia furono ricevute col più vivo senso di afflizione. Vennero celebrati i funerali colla massima pompa.
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