Ad aggiunta della di lui gloria, furono per essa indovinate e sventate le mine del nemico, e distruttine tutt’i lavori, e con ciò infievolite le di lui forze, l’anno 1648. Ciò presentendo la di lui mano maestra per l’indizio del nome, predisse che quella fortezza sarebbe sicurissima da ogni insidia nemica, e la dedicò a san Liberale. Così l’inclito capitano ridusse a sicurezza ogni cosa, e il nemico, abbandonate le mura, fu costretto a ritirarsi lontano. Con queste brevi note que’ di Creta eternarono gli amplissimi e innumerevoli beneficii in copia da lui ricevuti, e profondamente impressi negli animi loro.
L’anno del Signore 1650.
Sotto la Statua rappresentante la Fortezza
nella facciata interiore della Chiesa.
Inscrizione qua trasportata dal Baluardo Martinengo.
V. Luigi Mocenigo comandante in capo per la Repubblica Veneta in terra e in mare l’anno 1658, per divina inspirazione, e per la grandezza della sua mente, liberò in giusta battaglia dai Turchi Creta, città principale; e specialmente nel dì di san Giacopo, quando i nostri compresi da terrore, e nell’atto già di piegare, il superbo nemico in questo stesso baluardo Martinengo spiegata avea la luna. Sovrastava allora alla città tutta l’eccidio, e a ciascheduno inevitabile morte. Colà accorre colla spada nuda il Mocenigo: lo seguono drappelli di nobili, di cittadini, e le rincorate milizie: si fa grande strage; finalmente il nemico è messo in fuga dalla presenza di quest’eroe, e la luna ottomana, come se avesse sofferto un eclisse, fu dai nostri presa a forza insieme cogli stendardi.
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