Egli, gravemente ferito, venne portato via, e dovette starsene per qualche tempo in riposo.
Informato il Senato di questa sorprendente azione, segnò subito il decreto dei 2 settembre 1669 col quale elesse Francesco Morosini a procurator di S. Marco soprannumerario, con tutte le dignità, prerogative e preminenze della carica, per avere con tanto vigore sostenuto alla cristianità ed alla patria un così forte antemurale, qual si era Candia.
Ristabilitosi alquanto in salute, volle recarsi egli stesso dal duca di Noailles, che per li venti contrarii trovavasi tuttavia nel porto di Standia. Introdotto che fu, annunziògli il felice avvenimento, e cercò in tutt’i modi di persuaderlo, che con piccolo rinforzo tutto ancor si poteva sperare. Ma il duca ricusò fermamente ogni soccorso, adducendo che la piazza era ridotta a troppo mal termine per poter tentare cosa alcuna che fosse di gloria e di utilità. Ed insistendo il Morosini, egli punto non si rimosse, anzi consigliollo di accettare qualcuna delle proposizioni moderate che i Turchi già fatte avevano. Al che il Morosini soggiunse con molta vivacità, che la Repubblica ricusate le aveva a suo gran danno, solo per serbar fede al re di Francia, e che a quel momento non era più possibile di ottenere nessuna favorevole condizione, poichè i Turchi, conoscendo lo stato infelice della fortezza, dovevano tener per fermo, che il giorno della partenza dei Francesi sarebbe pur anche quello della caduta della città. “Eh bene, disse il duca, è meglio cederla oggi; ed è certo che chi la cedesse subito riceverebbe grandissime ricompense”. Il Morosini, furente per tanto oltraggio a lui diretto, gli rispose risentitamente: “A voi dunque appartengono tali ricompense, poichè è la vostra sola partenza cagione della perdita inevitabile della piazza, che senza la vostra venuta avrebbe potuto sostenersi ancora.
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