” Il Morosini avea in ciò mille ragioni; poichè infiniti esempj hanno dimostrato, che alloraquando i soccorsi stranieri non apportano la immediata liberazione d’una piazza, essi ne cagionano l’eccidio; e perchè il numero delle truppe aggiunte alla guarnigione consuma più presto le provvigioni; e perchè qualche rivalità s’introduce fra i vecchi e i nuovi difensori, che pone inciampo alle operazioni; e perchè se mai gli ausiliarii si accingono a partire, doppiamente si scoraggiano quelli che restano. Convinto il Morosini non esservi più nulla da sperare dai Francesi, volse ad essi le spalle, e ritornossene in Candia. Quivi raccolse il consiglio di guerra, per sentir se mai esser vi potesse qualche nuovo mezzo di resistenza. Mentre si stava disputando, i Francesi, il duca della Mirandola, e tutti gli altri ausiliarii approfittando del vento, reso favorevole, si posero alla vela; il che rese ognor più disperato il caso, e ognor più necessario per parte de’ Veneti il ponderare le risoluzioni. Un solo tentativo venne proposto, e fu di trasportar a terra tutti gli equipaggi della flotta, per poter con quelli proseguire i lavori della piazza. Ma il Morosini fece conoscere, che in tal modo la flotta sarebbe perduta, e che altro non rimarrebbe a fare che bruciarla: che allora i Turchi diverrebbero padroni del mare senza più veruna opposizione: e che al contrario, conservando le forze marittime, potrebbesi forse un giorno renderle più vigorose, e tali da servirsene almeno per impedire i progressi degli Ottomani.
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