Il voto comune concorse a favor di quello, ch’era stato il flagello de’ Turchi nell’ultimo assalto di Candia. Francesco Morosini fu ben felice di poter ancora una volta rendersi utile alla patria; e considerò questa nomina, come un’evidente prova che il governo tanto fidava nel suo zelo, da non temer che conservasse alcun rammarico pei torti di fresco ricevuti.
Il capitan generale nel giorno 8 giugno del 1684 s’imbarcò, e venne accompagnato da tutto il patriziato, e da un concorso straordinario di persone di ogni classe, che non cessavano di acclamarlo e benedirlo durante tutto il suo viaggio sino al Lido. Colà aspettavalo tutta la flotta. Que’ vascelli, quelle galee ed altri legni schierati e pronti alla vela, quella vasta laguna formicolante di barchette e battelli d’ogni sorte, offrivano uno spettacolo, che mal si potrebbe con penna descrivere.
In pochi giorni la flotta giunse a Corfù. Venne rinforzata dalle galere del provveditor generale delle isole, e di alcune altre pontificie e maltesi. Il Morosini risolse di andar subito ad attaccare l’isola di santa Maura, altra volta chiamata Leucade, cui la morte di Saffo rese mestamente famosa; fortezza importantissima, ma che pur, dopo diciotto giorni di resistenza, fu costretta ad arrendersi. Quando ne giunse a Venezia la nuova, inesprimibile fu la gioja. Questa prima vittoria si tenne come felice preludio di molte altre. Fu cantato il Te Deum con tutta solennità; si accesero fuochi d’artificio, ed il popolo si diede a tutta la letizia.
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