La resistenza fu somma; ma finalmente dovette essa umiliare il suo barbaro orgoglio sotto il possente braccio de’ nostri. L’acquisto di Modone fu importantissimo; poich’essa univa, come gli anelli di una catena, tutte le altre piazze, toglieva al nemico una posizione vantaggiosa sul mare, e somministrava intorno 4000 uomini pel servigio delle galere. Il Morosini senza perder tempo seguì il corso della vittoria, e tentò d’impadronirsi di Napoli di Romanìa. Non ignorava già, che il gran Seraschiere era in viaggio per recarsi colà con buon polso di gente, e che il luogo, forte per sè, rinchiudeva grossa guarnigione, e cittadini famosi per coraggio e per intrepidezza. Pure nulla lo arresta; giunge a Tulone quattro miglia distante da Napoli, fa sbarcare la milizia, e mette il blocco alla piazza. I difensori vogliono, prima ancor dell’arrivo del Seraschiere, mostrar che hanno un gran cuore per saper rispingere ogni aggressione. Oppongono forza a forza, ma poi sono costretti a ritirarsi. Intanto giunge il gran Seraschiere; dispone immediatamente la sua truppa, che consisteva in 4000 cavalli e 3000 fanti, ne ordina la marcia, e tutti si mostrano ansiosi di battersi in aperta campagna. I Veneziani, moltissimo inferiori di numero, non avrebbero dovuto arrischiar la battaglia; pure il Morosini, vedendo l’ardore di tutti i suoi compagni d’armi, fa discendere a terra due mila uomini dell’equipaggio, e uniti alla milizia, marcia diritto contro il nemico. Comincia il combattimento: la cavalleria turchesca sforzasi da fronte e da’ fianchi di rompere i battaglioni veneziani, ma questi sono impenetrabili, e la loro artiglieria colpisce sì giusto, che il nemico spaventato volge le spalle, e, cominciando dal Seraschiere, tutti si danno ad ignominiosa fuga, lasciando il terreno coperto de’ loro morti.
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