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      Queste feste passaggiere non bastarono ad appagare le generose idee del governo. Volle che ce ne fosse una annua, per cui nella memoria de’ posteri si serbasse eterna la gloria d’un acquisto sì prezioso, com’era quello della Morea. Giudicossi dunque conveniente ripetere ogni anno la solennità di S. Gaetano nella chiesa de’ Teatini, ove da prima erasi depositato lo stendardo dello Seraschiere, già preso in guerra dallo stesso Morosini.
      Giunto il giorno del Santo, Sua Serenità fu pregata formalmente di porsi alla testa del Senato, e di trasferirsi a quella chiesa nelle sue barche dorate. La sua modestia non seppe però resistere al voto generale. Vi si recò, e risguardossi come un buon augurio, ch’egli fosse il primo a celebrare questa nuova funzione. Immenso fu il concorso, e dopo le cerimonie religiose, vi si fecero le feste civili variate in mille forme, poichè l’immaginazione di un popolo spiritoso e felice ne offre sempre di diverse e nuove.
      Forse i miei lettori si saranno un po’ sorpresi, ch’io gli abbia più trattenuti del lungo assedio di Candia, e delle feste celebrate pel conquistatore della Morea, che dei fatti onde fu accompagnata questa importante conquista. Conviene che mi giustifichi. Il possesso del regno di Morea apportò bensì onor immortale al conquistatore, e recò somma utilità allo Stato finchè il potè conservare; ma la difesa, benchè sfortunata, di Candia, forma l’epoca più gloriosa della Repubblica nostra; poichè l’aver prolungato quest’assedio a forza di eroiche azioni per lo spazio di circa venticinque anni, è esempio unico nella storia antica e moderna……… Quell’impero era allora possentissimo, tanto per forze navali, che per terrestri; la scienza, la pratica, la disciplina militare non gli erano estranee; le sue flotte dominavano sul Mediterraneo, e le sue armate di terra invadevano la Ungheria, la Polonia, la Germania e l’Italia, portando lo spavento sino alle porte di una gran capitale.