Mentre altri principi tremavano sopra i loro troni pel pericolo di qualche fatale invasione, la sola Repubblica di Venezia rintuzzavane i formidabili attacchi, e, per quanto portavano le sue forze, vendicava le offese proprie e le altrui. La rivalità, l’invidia, e l’inimicizia delle diverse nazioni fra loro, ed in particolare con noi, valsero a perpetuar l’esistenza d’un impero, che pure, coll’unirsi ai Veneti, avrebbero potuto annientare.
      Se a queste considerazioni mi si permette di aggiungerne almen una, ell’è, non esser cosa nuova, che i lettori talvolta si chiamino contenti di leggere con molto interesse anche la narrazione di avversità, quand’esse contengano eroici fatti. Ma mi si risponderà, che la penna dello scrittore può sola quest’interesse inspirare. Allora io non avrò che poche parole a soggiungere; cioè, che quanto è scritto col cuore può meritare di essere letto col cuore. Questo fu il voto, che mi accompagnò incessantemente in questo mio lavoro.
      Festa marittima
     
      CHIAMATA REGATA.
      Uno de’ maggiori divertimenti negli antichi tempi della Veneta Repubblica, e che attraeva a sè ogni classe di persone, era quello di tirare di fromba. Ciascun dì festivo usavasi ad una certa ora di recarsi all’isola di Lido, ed il Governo per facilitare il passaggio aveva cura che alle rive di S. Marco fosse pronto un numero sufficiente di barche a trenta e qualcuna anche a quaranta remi; talchè chi altro modo non aveva da tragittare, prendeva il remo, e così cominciava ad esercitarsi a remigare.