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      Queste Regate erano i giuochi olimpici della nostra Repubblica. Esse attiravano qui gli stranieri colla singolarità della loro pompa, coll’insolito genere di lotta e con quello de’ concorrenti. Un vantaggio in oltre avevano i nostri sopra quelli d’Olimpia, ch’essendo unicamente proprj di queste lagune non v’era pericolo che venisse alcuno dalle altre parti di Europa a contrastare ai nostri campioni l’alloro.
      Le disfide delle Regate erano, come anche oggidì il sono, in numero di tre, talvolta anche di quattro. Cominciavasi dalla corsa dei battelli a un remo o a due remi; dopo di che veniva la corsa delle gondolette a un remo e finalmente quella delle gondolette a due remi. Avveniva alle volte, che lo spettacolo acquistasse gaiezza maggiore da una singolarità tanto piacevole, quanto meno attesa. V’eran femmine che aspiravano anch’esse alla gloria di mostrarsi valenti in sì fatto esercizio. Eran quasi tutte di Pelestrina, paese situato in riva al mare, ed avvezze a recar le derrate al mercato di Venezia; il che le disponea facilmente a maneggiare il remo con molta forza e destrezza. Ricoperte d’abito villeresco assai grazioso, e ornate la testa di un picciol cappello di paglia, esse offrivano un quadro che ai Veneziani piaceva, ed insieme lusingava la vanità di queste repubblicane, che credevansi con ciò di apportar onore alla loro patria.
      Lo spazio della corsa è di quattro miglia circa venete. Il luogo delle mosse suol essere la punta orientale della città, e lo stadio è il Canal Grande che in due la divide.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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