Gli anima, gli riscalda, sembra che la sua voce ajuti i loro sforzi; ma la distanza è grande ancora. Lo sfinimento obbliga gli uni a restare indietro, ed altri intanto avanzano. Ecco finalmente quel fiero mortale che afferra la bandiera rossa; il suo rivale stava già per rapirla, se non era quel potente colpo di remo che diè al primo il vantaggio. Questi almeno coglie la bandiera celeste; gli altri due sono là anch’essi alla lor volta; gli ultimi non giungono che per essere testimonj d’un trionfo, che per altro disputarono da valorosi. L’aria rimbomba d’un battimento di mani sì sonoro, che dall’altro lato del canale più rimoto dallo spettacolo si conosce il momento della vittoria. Li vincitori piantano sulla prua del loro agile legno la conquistata bandiera, ed invece di pensare a ristorar le perdute forze, ripigliato il remo, ritornano sulle lor tracce a riscuoter le congratulazioni e le lodi. In questo giro trionfale ricevono qua e là gli abbracciamenti de’ congiunti e degli amici, che nel passare li chiamano; ed essi salutano rispettosamente le case dove riconoscono esservi o parenti od amici de’ loro padroni, che a tutta possa cercano di applaudire alla loro vittoria.
Ma già conviene allestirsi alle altre disfide; e quando tutte ebbero fine, vedesi una folla di gondole, che rimaste libere vanno, vengono, s’incrociano fra un giocondo schiamazzo ed una viva letizia fin a tanto, che il sole attuffandosi nel mare costringe gli attori di una scena sì incantatrice a terminarla.
Quantunque per la cangiata condizione de’ tempi questo spettacolo abbia perduto in qualche parte l’antica sua singolarità, la magnificenza, e quel non so che di spirito nazionale che un dì l’animava; pure non è del tutto a’ nostri giorni svanito il gusto del popolo per esso; egli vi concorre con gran passione, e sul volto di ognuno leggesi tuttavia scritto quel sentimento di giubilo, che un tale spettacolo sempre in esso ridesta.
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