— Richiesti di nuovo ajuto da Baldovino, il doge Domenico Michiel esce dal porto con cento vele (1117). — Dopo costanti vittorie a lui tocca in sorte l’assedio di Tiro, che malgrado un’ostinata resistenza è forzata alla resa. — Dopo altri gloriosi fatti, il Michiel si presenta innanzi la città di Rodi e se ne impadronisce (1124). — Percorre poscia tutte le Cicladi con prospera fortuna. — Mancando di danaro per lo stipendio delle sue milizie, ei manda in giro monete di cuoio, su cui fa improntare il suo nome, che vengono con fiducia da tutti ricevute. — Conquista poscia Modone, si riposa nella Sicilia, e carico di allori, senz’aver perduto un sol vascello, rientra nel porto di Venezia (1125), con esso lui recando il corpo di S. Isidoro, che aveva potuto trarre dalle mani degli infedeli.
(II Vol.)
Festa per la presa di Costantinopoli.
Fatti che accompagnano sì strepitoso avvenimento (1204). — Eroica condotta di Enrico Dandolo, comandante la flotta de’ Veneziani. — Egli tutto pone in opera per minorare i mali degli abitanti di Costantinopoli. — Coll’immenso bottino fatto in quella Metropoli, i Veneziani recano nella patria loro i quattro famosi cavalli di metallo dorato. — Oltre le isole dell’Arcipelago, e parecchi porti sulle coste dell’Ellesponto, della Frigia e della Morea, i Veneziani ottengono il formale possesso della metà di Costantinopoli. –– Il Dandolo sen muore, prima di poter giugnere a godere de’ suoi trionfi nella patria sua. — Pietro Ziani che gli succede nel seggio ducale, soddisfa a un voto del Dandolo, facendo erigere una cappella a S. Nicolò, che distrutta da un incendio viene rifabbricata dal Doge Andrea Gritti.
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