Arrivato all'età di esercitare gli impieghi convenienti al suo rango, egli vide preferire alla sua persona nelle nominazioni degl'uomini che gli parevano essere a lui inferiori, ma che per le loro qualità personali giustificavano la scelta del principe e la stima della nazione. Avendo appena toccato il trentesimo anno dell'età sua, lasciò Londra, si ritirò a Northumberland, dove aveva delle terre, risoluto di là soggiornare, di formarsi una corte, e di giammai ricomparire a quella di Londra.
ll suo naturale pieno di pretensione, un fasto più capace di rivoltare la nobiltà indigente, che di guadagnar la sua stima, niuna attenzione per chi che sia, grandissima presunzion di se stesso, molta alterigia, e nulla affatto di compiacenza, lo resero poco abile ad attirarsi l'amicizia de' suoi vicini. Egli ottenne dai gentiluomini di sua provincia i loro freddi omaggi dovuti ai grandi. Il suo rango meritava dei riguardi, ma la sua persona inspirava dell'allontanamento; e questi doveri essendosi limitati a delle brevi visite, Milord si trovò isolato. Comprese egli ben presto che la solitudine non può render l'uomo felice, e che non può convenire a tutti gli stati, né a tutti i caratteri.
La noia lo condusse a visitare i differenti luoghi del suo dominio. Fece un viaggio in Irlanda; contrasse colà la conoscenza di lady Onèale, vedova nobile, bella e giovine, ma senza fortune. La sposò, rivenne con essa in Inghilterra, e la perdette cinque anni dopo, avendo da lei avuto due figli, maschio l'uno, e l'altra femmina; la figlia, chiamata Sara, fu posta in una pensione vicina di Londra e l'erede del di lui nome, sol oggetto delle sue attenzioni, abitò nel castello di Alderson, ove Milord dimorava dopo il suo matrimonio.
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