Sara, calmato avendo il suo spirito, pareva nel di lei volto più tranquilla e serena. Il suo carattere naturalmente gioviale le faceva meschiare le grazie della leggiadria alle tenere espressioni del cuore; quando ella scoperse Edoardo in una profonda meditazione. Ella si sbigottì, lo pressò di dirle qual era il pensiere che l'occupava. Egli se ne esentò, sospirò, la scongiurò di non mostrargli una curiosità ch'egli non avrebbe osato di soddisfare. Parlandole, fissò sopra di lei gli occhi talmente appassionati, che scorgevasi nei di lui sguardi il desiderio che lo animava, e la resistenza che si sforzava di opporle. Prendeva egli le mani di Sara, le stringeva con ardore, le copriva di baci infiammati. Un momento appresso le respingeva dolcemente; mostrava evitar di toccarle, si allontanava, rivolgeva la faccia altrove, pareva che temesse di lasciarsi scoprire.
Dubitare? Voi, mia cara Sara,
gridò Edoardo "voi dubitare dell'amor mio? Ah! replicatemi cento mille volte che voi siete pronta ad unire le vostre viste alle mie." Lady Alderson lo giurò; ella invocò l'onore e la verità in conformazione del giuramento. Edoardo trasportato cadde a' suoi piedi, la strinse fra le sue braccia, e di un tuono basso e timido teneramente le disse: "Ah Sara! saremo maritati domani, domani sarete mia, e dovrò il piacere di possedervi all'atto autentico che si stipula in questo momento, ad una pubblica cerimonia, all'ordine di vostro padre, alle bontà di un amico! Ah perché non potrei dovere una sì grande felicità a voi sola, alla vostra scelta, al nostro amore, a nostri comuni desideri?
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