Come poteva egli annunziargli un avvenimento sì strano, come persuaderlo di rinunziare a Sara, al suo amore, alla speranza di una felicità sì vicina, e promessa da sì gran tempo a suoi desideri? Come staccarlo da quel luogo, e frenare i primi movimenti di un cuore appassionato? Questi erano da temersi in un giovine dell'età di Edoardo. L'amore poteva fargli scordare tutto quello ch'egli doveva all'onore, a suo padre, al suo benefattore medesimo. Eran quasi due ore che vanamente lo ricercavano; lo sbaglio di uno de' suoi domestici, che credette averlo veduto nel parco, fece correre tutti i servitori dalla parte opposta a quella ove si era ritirato con Sara.
Frattanto che tutto si preparava per la sua partenza, milord Revell si aggirava a gran passi per la sala, dove la rissa terminato avea di scoppiare. Pensava con inquietudine ai modi di levare il giovine lord dal castello, avanti di confidargli la sua disavventura. Afflitto, imbarazzato, niente si presentava al suo spirito, quando Edoardo, discendendo dall'appartamento di lady Sara, venne finalmente ad offrirsi alla di lui vista. Sino a questo momento si credette egli atteso e cercato per sottoscrivere la sicurezza della sua felicità. L'aria di milord Revell lo agghiacciò; cominciò a temere, e fissando sopra di lui de' tristi sguardi, non ardiva rompere il silenzio.
Milord Revell, accorgendosi della sua costernazione, colse il momento, se gli avvicinò, lo prese per la mano, e conducendolo fuor della sala, gli disse:
Un capriccio di milord Alderson, anzi un difetto di antivedenza per parte mia, mi obbliga di andar subito a Wersteney.
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