Si mandò prontamente ad avvertire Milord dello stato di sua figliuola. Ei non tardò a venire; la trovò attaccata da una febbre ardente, della quale tutti i sintomi erano minaccianti. Le sue lacrime, i suoi lenti ed affaticati sospiri dimostravano l'oppressione del di lei cuore e faceano bastantemente conoscere la sorgente del di lei male. Il suo stato lungi a intenerire Milord, l'irritò; egli non potea perdonarle di sentire un dolore sì vivo per la perdita di Edoardo. Le mostrò una faccia severa, né le parlò che per rimproverarle la sua debolezza; e invece d'impiegare la dolcezza e la compiacenza per rendere la calma al di lei spirito, e consolarla delle pene ch'egli stesso le aveva causate, si contentò di procurarle i soccorsi di un'arte dalla quale i mali dell'anima non ricevono alcun sollievo.
L'asprezza d'una simil condotta aumentò l'afflizione di Lady Sara. Ella pur troppo conobbe che nulla potea sperare da un padre inumano, e questa amara certezza l'approssimò in pochi giorni alla tomba.
Milord Revell, non avendo potuto ottenere da Edoardo una promessa positiva di non più accostarsi al castello di Alderson, temendo che una passione sì viva ne lo conducesse a tentare delle imprudenti intraprese, lo faceva guardar a vista a Wersteney.
Gli nascose la malattia di Sara; ma era impossibile lasciargliela ignorar lungo tempo. Com'egli aveva la libertà di scrivere, e di mandar le sue lettere, passava tutto il giorno a scongiurare lady Alderson colle espressioni le più tenere ad abbandonarsi intieramente alla sua fede, e di acconsentire a maritarsi secretamente con lui.
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