Ella ne fu intenerita, spaventata, si affrettò di scrivergli, e di dissipare i di lui timori.
Questo prezioso biglietto portato sollecitamente a Wersteney, assicurando Edoardo che poteva sperare la conservazione della vita di Sara, diminuì nel di lui seno la cagione e la forza delle sue pene. Si rese allora alle cure di Milord Revell; la sua ragione si ristabilì; la speranza di rivedere Sara, il desiderio di trovarsi a lei vicino, la certezza di esserne amato lo aiutarono a ricuperar le sue forze, e lo resero ben presto a se stesso.
Milord Edoardo sortiva appena da quello stato crudele quando ricevé l'ordine di rendersi al campo. Qual nuovo dolore penetrò il di lui seno! Partire, allontanarsi da Sara! Da Sara ammalata, languente, afflitta! Quest'era per Edoardo una pena insopportabile, ma l'onor l'invitava, milord Revell lo spingeva; gli convenne cedere, gli convenne partire. La vigilia della sua partenza egli le mandò il suo ritratto, e le scrisse la seguente lettera:
LETTERA DI MILORD EDOARDO A LADY ALDERSON
Io parto, mia casa Sara. Ohimé! io parto; con qual dolore mi stacco dai luoghi ove voi restate; quale immenso spazio ci dee separare, e in qual tempo! Un crudel dovere mi sforza ad allontanarmi da voi. Faccia l'amore che la mia idea vi sia sempre presente. Questo ritratto offrirà a' vostri occhi l'effigie del vostro amante, del vostro sposo, di colui che vi ama, vi rispetta, e attende da voi tutta la sua felicità. Ah lady Sara, prendete cura de' giorni vostri; conservatemi l'amabile compagna della mia vita.
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