Trovavasi in Londra un pittore italiano, che nel genere di ritratti si aveva meritata la più alta riputazione. Lady Sara si fece da lui dipingere. Ella è sì perfettamente rappresentata in quel quadro, che voi medesima, madama, l'avete tosto riconosciuta. Ella travagliò con applicazione a copiarlo in piccolo, e mandò il suo lavoro ad Edoardo. Si divertì in seguito a scrivere un giornale degli avvenimenti ne' quali il suo cuore s'interessava; lo cominciò dal primo giorno che Edoardo si era offerto a' suoi occhi; i suoi sentimenti erano espressi con quell'amabile semplicità ch'è figlia di un'anima tenera e di un carattere veritiero. Formando ella questo giornale, voleva forse rammemorare i tempi, e ricordare ad Edoardo, se mai il suo ardore si rallentasse, quanto ella aveva sacrificato alla sua tenerezza, e il prezzo con cui doveva egli ricompensar tanto amore. Quest'è il manoscritto da cui ho tratto quanto vi ho finora comunicato; e Lidy mi ha sovente replicato posteriormente le circostanze del fine delle disavventure dell'infelice Sara.
Ella era alloggiata presso la vedova di un uffiziale subalterno, chiamata mistriss Larkim, donna dotata di un carattere dolce e sociale, con molto spirito e molta conoscenza del mondo. Lady Alderson passava nella di lei casa per la moglie d'un gentiluomo del conte di Kent. Mistriss Larkim, colpita dall'aria di dignità che si scorgeva nel portamento e nelle azioni di Sara, sorpresa del suo rigoroso ritiro, e riguardando in lei, come un merito superiore, la poca cura ch'ella mostrava nel godere dei divertimenti della città, concepì di lei la più alta idea; le mostrò ben presto un attaccamento tenero, rispettoso, e s'applicò a prevenire i suoi desideri.
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