Lady Sara fu sensibile alle sue attenzioni; la sua compagnia non dispiacendole, mistriss Larkim passava una parte del giorno vicino a lei.
Più di sei mesi erano trascorsi dopo l'assenza di Edoardo: un lungo assedio aveva ritardato le operazioni della campagna. L'appassionato lord scriveva a Sara nell'aspettazione di una battaglia che doveva terminar la campagna, e ricondurlo a' piedi della sovrana del di lui cuore. La sua impazienza aumentava quella di lady Alderson. Inquieta, afflitta, ella addirizzava al cielo dei voti ardenti per la conservazione di una persona a lei sì cara. Il ritardo di un corriere le cagionava dei terrori mortali; ella perdeva insensibilmente il riposo, e le sue notti si passavano a desiderare e a temere le notizie dell'indomani.
Ricevette in una volta due lettere di Edoardo capaci di dissipare i di lei timori. Egli l'assicurava che le armate dovevano separarsi senza un'azion decisiva; la pregava di allontanare dal suo spirito le tristi idee delle quali ella si nudriva, e si lusingava di rivederla avanti la fin del mese. Tutte le sue espressioni mostravano una gioia estrema. Sara lasciò ingannarsi da queste, e il suo cuore si abbandonò alla più dolce speranza. Il giorno dopo mancò il corriere, il che non le diede alcuna apprensione; si lusingava che Edoardo non tarderebbe ad arrivare, e pensò ch'ei volesse sorprenderla.
Mistriss Larkin aveva in quella medesima armata un nipote da lei teneramente amato. Nel momento ch'ella entrar volea in casa di lady Sara, ricevette da un corriere spedito al principe Tomaso un biglietto di suo nipote; lo aprì, lo lesse, e gettò un grido penetrante.
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