Si disperava di già della sua vita, quando milord Revell si fece annunziare alla di lei casa. Questo signore fu sensibilmente penetrato dello stato di lady Alderson. Nell'approssimarsi vicino a lei, fece in maniera di non farle comprendere quanto ne fosse intenerito. La sua presenza causò la più grande emozione a Sara; ella si accorse de' suoi movimenti, e stendendogli le braccia:
Ah! non mi nascondete la vostra pietà, Milord,
ella gli disse "lasciatemi vedere l'amico, il padre di Edoardo piangere il destino funesto che ce lo rapì! Noi l'abbiamo perduto per sempre! Ah! Milord, per sempre!"
L'abbondanza delle lacrime soffocando la di lei voce, non ne poté dir di avvantaggio.
Dopo qualche momento di un tristo silenzio:
Edoardo non vive più che nei nostri cuori, madamadisse il Conte. "Il cielo non mi permise di veder felice il figlio di un amico che mi fu sì caro. La mia tenerezza per questo giovine sventurato non è estinta, e le cure e le attenzioni che mi propongo di aver per voi, madama, ne saranno una prova sicura. Degnatevi riguardarmi come uomo unicamente occupato dal desiderio di servirvi." E le rinnovò con ardore le offerte che fatte le aveva nella di lui lettera.
Ma chi poteva divenir utile a lady Sara? Quale idea di felicità poteva lusingare un'anima abbattuta sotto il peso del dolore, i di cui sentimenti vivi e appassionati aveano perso il loro oggetto, senza niente perdere della loro forza? Eh! di qual prezzo erano a' suoi occhi la fortuna, il mondo, i suoi piaceri, le sue grandezze, poiché l'immensità dell'universo non le poteva rendere il suo Edoardo?
| |
Revell Alderson Sara Milord Edoardo Conte Sara Edoardo
|