Spedì ella un uomo di sua confidenza al castello d'Alderson, ordinandogli di osservare i movimenti di Milord al ricevimento di queste lettere. Non si può esprimere quali furono i furori di Milord alla vista dei caratteri di sua figlia; egli straziò la lettera senza aprirla, e sapendo da qual mano veniva l'altra, la gettò con disprezzo, ordinando con tuono minacciante al messo di riprenderla, e di prontamente partire.
Milord Revell, informato di questo trasporto, giudicò inutile di nulla tentar d'avvantaggio; s'incaricò egli solo di adempire le ultime volontà di mia madre. Sei giorni dopo la di lei morte, lady Alderson fu portata senza pompa a Rochester nel monumento dei conti di Revell. Milord mi tenne alla fonte con mistriss Larkim; egli mi nominò Jenny, figlia di Edoardo di Salisbury e di Sara Alderson, fui condotta a Essex per esservi allattata. Mistriss Larkim, e tutti quelli che avevano servito o assistito mia madre, ricevettero dei contrassegni della generosità di Milord. Lidy restò presso di me, e conservò al mio servizio i medesimi appuntamenti che le aveva accordati mia madre; ella mi appese al collo il picciolo ritratto di Edoardo; quello di mia madre in grande fu collocato dirimpetto alla culla. Lidy fu incaricata di accostumarmi a considerarlo con una rispettosa tenerezza, quando i miei occhi fossero capaci di distinguer gli oggetti. Si conservavano le gioie di mia madre, perché mi fossero consegnate un giorno; il restante fu venduto, e Mìlord l'investì unitamente ai fondi ch'ella impiegati aveva sul banco di Londra.
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