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      I miei occhi si fissarono in fine sopra di lui, i nostri sguardi si riscontrarono, ma egli lesse facilmente nei miei ch'egli mi era importuno.
      S'innoltrò l'incognito verso la mia persona, mi fece salutandomi un profondo inchino, mi chiese perdono di avere sconcertato colla sua presenza un divertimento senza dubbio per me lusinghevole, nel quale, aggiunse egli graziosamente, si sviluppavano in me le grazie e le finezze le più delicate.
      Sono mortificatodiss'egli "di avere interrotto il vostro divertimento; se la mia vista v'ispira della tristezza o dell'avversione, avrò doppio soggetto di dolermi dell'accidente che mi ha qui condotto."
      Da un simile ragionamento mistriss Anna, la più attempata delle nostre governanti, credette aver commesso un gran fallo lasciandoci entrare in un luogo in cui non conosceva persona alcuna. Giudicando all'aria nobile del giovine cacciatore ch'ei ne fosse il padrone, ella si mise a complimentarlo di una maniera sì caricata, ch'io non potei trattenermi di ridere della gravità, e de' singolari di lei discorsi. L'allegria che in questa occasione ritornò sul mio volto e sulle mie labbra, rianimò quella della nostra picciola truppa; quegli che l'aveva alterata, avendoci proposto di ripigliare la contraddanza interrotta, noi ci riguardammo, e di comune consenso l'abbiamo ripigliata con lo stesso piacere che per lo innanzi.
      Nel medesimo tempo il giardiniere che ci aveva introdotte, ricevé degli ordini; sortì dal boschetto, e poco dopo ritornò caricato di fiori e frutta; molti servitori seguendolo portarono differenti qualità di rinfreschi.


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
pagine 285

   





Anna