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      Ella mi parlava di un tuono sì tenero e sì appassionato, che tutto le perdonai, e le promisi tutto, a condizione però ch'ella mi permetterebbe di mettere Lidy a parte di questo gioco.
      Il mio spirito non era abbastanza illuminato per comprendere a quali inconvenienti poteva espormi la mia compiacenza; credetti con ragione aver bisogno in ciò del consiglio di Lidy. Ella infatti, lungi di approvare la mia condiscendenza, la condannò; mi fece osservare che sir James si sarebbe formalizzato, se creduto avesse che l'invitazione fattagli veniva da me, e con questa supposizione la mia riserva sembrerebbe ridicola. Ella s'incaricò di disingannarlo, biasimò fortemente la stordità di miss Clifford, e le parve difficile di correggerla, senza lasciar penetrare al Baronet l'inclinazione ch'ella aveva per lui.
      Sir James fu sorpreso e confuso sentendo che quel foglio lusinghevole non era né di mia mano, né di mio consentimento. Egli nutriva un desiderio estremo di piacermi. Mille dolci speranze occupavano di già il di lui cuore. Questa scoperta, aggiunta al freddo accoglimento ch'io fatto gli aveva, lo riempì di tristezza, e se ne lagnò talmente che le sue doglianze intenerirono il cuore di Lidy; ella non faceva alcun caso della massima, che pareva stabilita, di non maritarmi che all'età di diciotto anni; le pareva anzi cosa più utile per me d'esser di buon'ora sotto la protezione di un marito, piuttosto che abbandonata, giovine come io era, alla mia propria condotta. Parevale che il Baronet mi convenisse: trovava che la sua età, la sua figura, la sua nascita rendevano la nostra unione adeguata.


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
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