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      Ci siam data parola ella ed io di scriverci frequentemente, e di confidarci tutto quello che poteva interessarci. Il mio disegno era di tenere una esatta corrispondenza con lei, ma quell'orgoglio mal inteso e poco considerato, che ci conduce ad arrossire della povertà, mi fece mancare a questo impegno; non ebbi la forza di lasciar conoscere a miss Clifford in quale casa la mia cattiva sorte mi costrinse ad accettare un asilo.
      Fui colpita da un movimento ben tristo arrivando a Londra. La sorella di Lidy non aveva di questa nè la dolcezza, nè l'educazione; entrando in casa sua, tutto mi rivoltò. Accostumata ad un appartamento spazioso, aggradevolmente guernito, la di cui vista dominava una spaziosa campagna, e rendeva la sua situazione sana egualmente e piacevole, mi trovai confinata in una sola stanza angusta, oscura, ed un gabinetto destinato per Lidy; in luogo di quelle amabili giovinette, dalle quali io era sempre mai circondata a Oxford, vedermi mescolata colle figlie di bassi artigiani, più grossolane ancora nelle loro idee che nel loro linguaggio, e formar queste la sola mia società, era per me un crudel martirio. Accostumata ad una tavola delicata e propriamente servita, non mi potea sedere senza ripugnanza a quella di mistriss Mabel; tutto eccitava il mio dispetto, sovente le mie lacrime. La speranza di trovar del soccorso nella bontà di milord Alderson sola mi sosteneva, e m'impedì di soccombere all'afflizione che mi causava un sì gran cambiamento.
      Sollecitai Lidy di ricorrere a lui, d'istruire il padre di lady Sara della sorte dell'infelice orfana che a lei doveva la vita; ella conosceva Milord, e temeva l'istante in cui ella comparirebbe alla di lui vista.


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
pagine 285

   





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