Il mio rossore, il mio imbarazzo fecero impressione a milord Alderson, e s'impossessò del ritratto. La tema aveva agghiacciato il mio sangue, e mi rese mutola e quasi inanimata.
L'odio e l'amore imprimono e conservano le idee nella memoria. Milord riconobbe l'effigie di Edoardo, mandò un grido soffocato dall'ira, e accompagnato da esclamazioni:
Ove son io?
gridò egli. "Quale insidia mi si vuol tendere? Quale macchinazione odiosa si forma contro di me? Quella somiglianza singolare di Sara, questo ritratto hanno senza dubbio ispirato a delle anime vili il progetto di beffarsi della mia vecchiaia, d'ingannarmi...
Un movimento impetuoso mi fece cadere a' suoi piedi, prender una delle sue mani, stringerla, baciarla, e trovando la forza di parlare nel sentimento da cui era animata:
Non vi si tendono insidie, Milord,
gli dissi "non si cerca ingannarvi. Perdonatemi, ah perdonate ad una sventurata che implora la vostra pietà; non mi punite per aver confidato nella vostra bontà: voi vedete la figlia di lady Sara che geme, che sospira dinanzi a voi. Ah! non mi odiate, non merito l'odio vostro."
L'abbondanza delle mie lacrime mi forzò di arrestarmi, il cuore afflitto mi spinse violentemente verso di lui. Milord adirato mostrò volermi respingere; ma gettandogli le braccia al collo: "Levatemi la vita," esclamai "ma non mi aggravate della vostra collera, de' vostri dispregi; non cerco in voi un protettore, ma un padre. Io vi rispetto, io vi amo; la vostra prima vista impresse nel mio cuore un sentimento ignoto, e mi fa più desiderare la vostra tenerezza, che i vostri soccorsi.
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