Un tal partito m'ispirava una vera repugnanza perché mi avrebbe separata da Lidy, e perché sperava ancora non essere del tutto abbandonata dall'avolo mio materno.
Molti riflessi ancora si opponevano a un tal disegno: sconosciuta come era, senza un amico che mi appoggiasse e render conto potesse di me, de' miei costumi e de' miei sentimenti, come avrei potuto cercare un ricovero, come avrei potuto lusingarmi di ritrovarlo? Come potrei sostenere delle interrogazioni, delle questioni che mi verrebbero fatte, delle domande ordinarie sì imbarazzanti, sì faticose a sentire, alle quali non si può rispondere senza tradire la verità, o senza arrossire scoprendola, poiché si dan de' casi ne' quali si arrossisce senza aver commesso delle mancanze?
Per distrarmi dalle riflessioni penose che mi agitavano giorno e notte, mi propose Lidy di condurmi seco a Windsor; l'aria salubre della campagna, i passeggi calmarono in parte i tumulti del mio cuore agitato. Di ritorno a Londra le mie viste erano cambiate, e desiderava ardentemente di trovar una protettrice. Monsieur Burnet, onesto negoziante che faceva lavorare mistriss Mabel, s'incaricò con bontà impiegare le di lui attenzioni per collocarmi; in effetto mi presentò in varie case.
Non potrei bastantemente spiegarvi, madama, il freddo accoglimento, l'orgoglio, i disprezzi che soffersi da quelle in cui la mia disgrazia eccitò la stupida ed umiliante compassione; la mia gioventù, la mia figura divennero il soggetto di mille ingiuriose riflessioni.
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