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      Tutti gli altri miei congiunti per altro mi scrissero relativamente all'avviso del conte di Blair.
      In ogni altro tempo avrei senza dubbio pensato che mia madre, padrona della sua facoltà, aveva il diritto di disporne senza il mio consentimento, ma nel caso in cui mi trovava all'arrivo di questo annunzio terribile, colla fantasia ripiena di quei disegni e di quei progetti che voi mi avevate ispirati; pensai che necessaria mi era una certa opulenza per ottenere la vostra mano. In queste circostanze la mediocrità del mio stato mi parve insopportabile. Mi determinai dunque di partire immediatamente, e di correre a difendere le mie ragioni o a vendicare i torti di cui veniva minacciato. Riguardava il cavalier di Thanet non solo come un usurpatore de' miei beni, ma vedeva in lui il motore della più orribile delle mie sciagure se perduta avessi per sua cagione la possibilità di possedervi. L'eccesso del mio furore mi rese imprudente, scrissi al conte di Blair, gli confidai la mia partenza da Londra ed i miei disegni. Pressato di avvicinarmi al cavalier di Thanet, mi privai con violenza del piacer di vedervi; e presi il cammino di Scozia.
      Corsi notte e giorno, arrestandomi di quando in quando unicamente per darvi delle mie nuove. Due giorni lontano da Edimbourg, mi sopravenne una febbre ardente, che mi attaccò principalmente il capo, e mi cagionò dei trasporti violenti. Un ecclesiastico, in casa di cui alloggiava, ebbe cura particolare di me. Passai sette giorni tra la vita e la morte, ed a forza di cavate di sangue ricuperai la salute.


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
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