Io non insisterò su la proposizione fattavi di prendere mia nipote in isposa, ma permettetemi di porvi sotto gli occhi un avvantaggio comune, che avrebbe potuto risultare da questa unione. Mia nipote offrendovi la mano potrebbe con più di facilità far passare nella vostra famiglia quei titoli, quei beni e quelle prerogative, che li sconvolgimenti della nazione non le permisero sin ora di possedere, io abbandono questo soggetto alla saggezza delle vostre rifessioni, e fra un mese vi pregherò di rendermi intesa delle vostre risoluzioni." Noi partimmo il giorno dopo; staccatomi da miledy Rutland, lasciai l'Irlanda e ritornai in Inghilterra. Giunto a Duglas, trovai colà una lettera di miss Clifford che non mi dava notizia alcuna di voi; inquieto piucché mai, ed impaziente di averne, inviai immediatamente il mio cameriere a Londra incaricandolo di scorrere la via ed il quartiere dove dimorava l'estinto sir Humfroid, per informarsi dai vicini di quella casa, o dagli amici o dai congiunti del morto, per avere qualche istruzione sulla vostra esistenza, e della vostra dimora; niente poté rilevare, ed al suo ritorno mi disperò.
Una lettera del conte di Blair mi fece comprendere tutte le obbligazioni ch'io aveva alla duchessa di Rutland: ella sola sollecitava il duca d'Argyle ad impiegarsi in favor mio. Mia madre, poco curandosi del mio stabilimento, si sovveniva appena della mia esistenza. Il biglietto di due mila ghinee, i fondi depositati presso l'alderman Burton, e l'aumentazione della mia rendita, tutto era da me dovuto alla liberalità della Duchessa.
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