Passammo l'intiera notte Lidy ed io a leggere, e rileggere, e riflettere seriosamente sui fogli lasciatimi da sir James. Pensai, madama, che un uomo che rimette all'arbitrio di una donna sensibile la facoltà di levargli degl'avvantaggi che si dichiara esser pronto a sacrificare per lei, non fa che impegnare maggiormente un'anima generosa a preferire i di lui desideri alla propria sua volontà. Mille idee si sollevarono nel mio spirito, pensando a quali sospetti mi esponeva l'osservanza di un tal secreto; dopo qualche momento di riflessione, sovvenendomi del sacro impegno contratto quella stessa mattina, e le obbligazioni indispensabili del mio nuovo stato, compresi che più non mi conveniva oppormi alla volontà di sir James. Come le osservazioni sopra un affare terminato sono sovente disgustose, e sempre inutili, presi il partito di sottomettermi a quelle disposizioni che avrei infruttuosamente tentato di far cambiare.
Non mancò sir James di rivenire il giorno seguente, come promesso mi aveva, curioso di assicurarsi dell'effetto che fatto avevano sopra di me i di lui fogli, me ne parlò quasi immediatamente, e si vedeva negl'occhi suoi l'impazienza della risposta.
Sarei troppo ingiusta,
gli dissi "sarei troppo ingiusta se io mi opponessi a' vostri riflessi, alle saggie vostre determinazioni. Voi siete il padrone, voi potete dar legge ad un cuore riconoscente; gli ordini vostri non mi sembreranno mai duri, se i vostri avvantaggi e la vostra felicità saranno il prezzo della mia rassegnazione.
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Lidy James James James
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