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      Sin dai primi giorni della di lei malattia questa donna si era affrettata di scrivere alla sua benefattrice, pregandola di mandarle uno de' suoi agenti, a fine ch'egli prendesse il possesso de' suoi effetti; desiderava, diceva ella, vedere ritornare alla sua sorgente un bene, il quale senza dubbio passerebbe al sollievo di qualche altro infelice.
      In luogo di un agente la sua protettrice le mandò il suo cameriere cerusico ed una delle sue donne, l'uno abile nella sua professione a fine che la curasse, l'altra con ordine di restar vicina all'ammalata, di consolarla, e prometterle da parte sua che andando a Londra, ove doveva ben presto rendersi, ella travierebbe dalla sua strada espressamente per passare a Issington a farle una visita d'amicizia.
      Lidy, entrando una sera nella stanza di mistriss Roberts, trovò vicino al suo letto quella straniera che l'assisteva; sorpresa questa all'aspetto di Lidy, l'attaccò arditamente, e mostrandosi intesa e prevenuta parlò della mia persona, e sopra tutto delle mie conversazioni con milord Danby; stanca delle sue interrogazioni, offesa dei termini da' quali erano accompagnate, Lidy le rispose:
      La mia padrona non conosce milord Danby, non riceve visite, e non dee render conto ad alcuno della sua condotta, ma può renderne uno a se stessa, che le farà sempre onore.
      Qui esclamando la donna curiosa, e ripetendo ironicamente le ultime parole di Lidy, disse:
      Buon Dio! quale asserzione falsa e ridicola! La vostra prudenza è inutile, sono di tutto informata: miss Jenny


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
pagine 285

   





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