soggiunse con aria di disprezzo "conosce milord Danby, ella lo conosce perfettamente, e fra poco sarete forzata a confessare la verità"; ciò detto si ritirò senza voler cedere alle istanze di Lidy, che la pregava di restare sperando di poterla disingannare.
Rendendomi conto Lidy di questa scena, mi fece risovvenire di quelle persone che mi spiavano sotto delle cortine in faccia le mie finestre; pensai che sir James e milord Danby potessero in qualche parte rassomigliarsi; rimproverai Lidy, ridendo, di aver dato qualche valore a dei discorsi che non meritavano alcuna attenzione.
Ricevei delle lettere assai tenere da sir James; esprimevano esse il desiderio ardente che aveva di rivedermi, e la noia ch'egli provava da me lontano; le ultime mi prevenivano del suo vicino arrivo, e lo attendeva di momento in momento.
Dodici giorni dopo la sua partenza, lo strepito di una vettura m'invitò alla finestra del mio gabinetto: vidi entrare nel cortile una carrozza a sei cavalli, scortata da quattro uomini a cavallo; le corone ch'erano sopra la carrozza annunziavano un pari del regno. Una dama magnificamente vestita ne discese, due donne la seguivano, quella di cui le questioni avevano alterata Lidy, che corse ad incontrarla; la dama le parlò d'un'aria ridente, e vedendo uno de' miei domestici nella corte gli fece segno d'approssimarsi, e senza esitare gli ordinò di aprire l'appartamento terreno della mia abitazione ove ella entrò.
Attonita, confusa, non sapeva che pensare; chiamo, cerco, domando, quando vedo venire uno de' miei servitori, e sento dirmi che un'amica di mistriss Roberts desiderava vedermi, domandava la permissione di salire, se io non amava meglio discendere.
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