Questo annunzio mi sorprese; poteva immaginarmi naturalmente che questa dama fosse la generosa benefattrice di mistriss Roberts, ma a che attribuire il desio di vedermi? Non mi sentiva molto disposta a ricevere la di lei visita. I discorsi tenuti a Lidy sopra milord Danby cominciarono ad inquietarmi, a farmi temere un abbaglio che poteva esporre la mia riputazione o il mio secreto; poteva darsi ch'ella credesse trovare in me una miss Astley: indecisa, e non sapendo a cosa determinarmi, presi il partito di farla pregare di scusarmi; allorquando, stanca di attendere, ella salì accompagnata dalla donna che dimorava da poco tempo presso mistriss Roberts.
Io vi disturbo per avventura,
ella mi disse entrando "ma il desiderio di vedervi mi fa sorpassare tutte le inutili formalità. Voi mi parete confusa:" soggiunse "comprendo la ragione del vostro turbamento; ma lasciate di temere, non voglio né nuocervi, né insultarvi."
Ella si era seduta parlando, ed io presi il mio posto in faccia di lei.
Rendo grazie a Miledy
le dissi "della bontà colla quale mi onora; ma non so comprendere quale sia il motivo ch'eccita in essa lei a mio riguardo una spezie di compassione: la mia condotta, i miei sentimenti, mi danno il diritto di non temere gl'insulti di chi che sia."
Quest'orgoglio non vi conviene, Miss;
riprese la dama "quando io vi tratto con amicizia, vi sta male mostrar dell'alterigia; non cambiate la mia pietà in un giusto sdegno; voi siete giovinetta, vaga, vezzosa, non è da stupirsi se ispirate delle passioni violenti; se la casa che voi abitate è una spezie di ritiro procuratovi da voi stessa, se non è un alloggio scelto da milord Danby per nascondervi al gran mondo, giudicherò avvantaggiosamente del vostro carattere e della vostra condotta; ma parlatemi sinceramente; quant'è che voi conosceste Milord e che lo tenete fra' vostri lacci?
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