Replico a Miledy
risposi "che questa spezie di pietà mi sorprende; più che mi esamino, meno credo poter divenire l'oggetto di un giusto sdegno. Non ho mai veduto milord Danby, e non capisco qual possa essere l'equivoco che mi assoggetta a ricevere de' rimproveri non meritati, non che a udire delle interrogazioni offensive."
Io ve l'ho già detto, Miss,
riprese Miledy "questo tuono non vi conviene. Credete voi potermi deludere? Impegnarmi a credervi?" E volgendosi verso la cameriera, che stava in piedi dietro la di lei sedia: "Mi fa pena," le disse "pena grandissima trovare una giovine, che ha qualche merito, in uno stato sì ignominioso, e quel ch'è peggio, vedere ch'ella se ne compiace."
Un estremo rossore coprì la mia faccia, le mie lacrime eran vicine a cadere;
Miledy mi assicurò
le dissi "ch'ella non voleva insultarmi; sperava ch'ella non avrebbe mancato alla sua parola."
Siete voi che mi sforzate a mancarvi;
replicò ella "in luogo di discolpe, voi non pronunziate che negative; siete ardita a segno di asserire e di sostenere di non conoscere milord Danby. Due persone che lo conoscono perfettamente, lo hanno veduto qui più volte, e con uno zelo, che io ho biasimato, hanno seguitati i di lui passi, si sono assicurate ch'egli passava una parte dei giorni con voi, e che tutte le notti una porta secreta... Ma io non voglio portar più lungi le circostanze di una prova evidente."
Questo discorso mi confermò nell'idea che sir James e milord Danby doveano rassomigliarsi; compresi che questo effetto del caso mi esponeva ai rissentimenti di una donna che s'interessava alla persona di milord Danby; come disingannarla senza scoprire un secreto che mi ero proibito di rivelare, e come soffrire i disprezzi che un tale equivoco le ispirava contro di me?
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