Ella parlava della mia unione con sir James, e mi ha fatto credere ch'ella mi supponeva attaccata a milord Danby; restai mutola nella confusione delle mie idee.
Perché abbassate gli occhi, perché tacete?
ella mi disse. "Da dove nasce questo turbamento, questo rossore? Rasserenatevi; milord Danby è a Tumbridge, non è egli vero? Deggio andar colà a ritrovarlo; vi prometto di fargli un complimento sincero sopra la fortuna ch'egli ha di possedere la più bella giovine dell'Inghilterra."
Questi ultimi accenti mi penetrarono ancor più vivamente, e mi diedero bastante forza per rispondere a degl'insulti di cui non comprendeva il mistero.
Che vi fec'io,
le dissi "per trattarmi sì duramente? Se ha potuto sir James mancare ai riguardi ch'egli vi doveva, commise certamente una leggierezza indegna di lui; ma s'egli mal corrisponde alla vostra bontà, in che sono io colpevole? Voi mi accusate di una intelligenza inonesta con milord Danby, nel tempo stesso che sembrate essere pienamente informata del nodo che mi lega con sir James Huntley; doveva io per legarmi con esso lui domandare il vostro consentimento? Quando una congerie di avvenimenti sventurati mi fece cedere ai desideri di sir James, io ignorava gl'impegni ch'egli avea contratti con voi."
Quali favole mi narrate?
dissemi la Duchessa "la vostra fisionomia non m'indicava una tal sottigliezza; perché separate voi James e milord Danby? Voi non dovete ignorare che sir James Huntley, divenuto conte Danby sposandomi..."
Che intend'io?
esclamai "sposandovi?
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