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      Lidy e Bridget sederono in faccia di me, e la carrozza scortata da due servitori a cavallo prese il cammino di Londra.
      La presenza di Bridget mi faceva pena, non osava alzar gli occhi sopra Lidy, temendo di darmi in preda ai movimenti del mio cuore pieno ancor d'amarezza; soffocai i miei sospiri, e mi sforzai di trattenere le lacrime. Continuando il nostro viaggio in silenzio, arrivammo alla vista di Londra, quando un carrozzino, che di là correndo, fermossi innanzi di noi, e una voce gridando ordinò al nostro cocchiere di arrestarsi; conoscendo questi il marito della sua padrona fu forzato obbedire. Sir James, credendo che la Duchessa dovesse essere in quella vettura, stupì di vederla sopra un cammino da cui la credeva lontana, e trovandosi troppo vicino per evitare di essere da lei veduto, o dalla sua gente, aveva preso il partito di fermarsi, di discendere, sacrificando il piacere ch'egli si prometteva a Issington, all'attenzione di nascondere la sua condotta e di adempire un dovere indispensabile.
      Milord aprì la portiera egli stesso, e mandò un grido vedendomi. Il mio terrore al di lui aspetto, la costernazione di Lidy, e la presenza di una donna di miledy Rutland gli scoprirono in parte la verità. Io mi ero gettata nelle braccia di Bridget come in un asilo sicuro, la scongiurava di difendermi, di non abbandonarmi, di condurmi a Londra; la stringeva con tutta la forza che mi restava, ma indebolita da vari movimenti da' quali era stata agitata, perdei ben presto la facoltà di spiegarmi, e caddi svenuta.


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
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