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      Non siete ancor contento? Poss'io divenire più infelice di quel ch'io sono? Dopo aver trionfato della mia credulità, venite voi ad insultare il mio dolore? Allontanatevi per sempre dalla femmina sventurata che avete tradita, disonorata, avvilita, resa disprezzabile a' propri suoi occhi. Barbaro! Nel seno della miseria, dell'afflizione, dell'amarezza, cercaste una vittima per sacrificarla a una passione ignominiosa e brutale? Voi avete crudelmente abusato della trista mia situazione. Ah Dio! Quale inganno! Ho riguardato come un generoso protettore il violatore delle leggi le più sacre, le più rispettabili; mi sono abbandonata con buona fede a un seduttore, che non volea che sacrificarmi a' bassi suoi desideri! Feci violenza a me stessa per amarlo, mi rimproverava di non amarlo quanto mi pareva ch'ei meritasse, non mancai di riguardi per lui, di riconoscenza viva, sincera. Ah! come osava egli ricevere le prove continuate della mia stima, quando nel fondo del di lui cuore se ne riconosceva sì indegno?"
      Non so che rispondere a questi duri rimproveri,
      disse milord Danby con voce timida e bassa "gli ho meritati. Il vostro risentimento è giusto, datemi tutti quei titoli che la vostra indignazione può suggerirvi, odiatemi, ma non mi disprezzate; non mi riguardate come un uomo artifizioso che si sia compiaciuto ingannarvi, ma come un uomo debole in cui una passione invincibile ha soggiogato il cuore e lo spirito, e i di cui desideri ardenti hanno offuscato la ragione. Ah! se voi conosceste la forza dell'amore che risento per voi! se voi sapeste quanto la forza di quest'amore può trasportarci fuori di noi medesimi!


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
pagine 285

   





Dio Danby