Un'altra donna allora occupava il di lei posto, e faceva gli onori della casa. Quando Milord mi rapì dalla carrozza della duchessa di Rutland, non sapeva dove ricovrarmi; gli venne alla memoria Palmer, e in casa sua mi condusse, sperando di potermi calmare, e condurmi in seguito in una abitazione più conveniente; ma la violenza del male, il pericolo di trasferirmi durante l'ardor della febbre, lo costrinsero di rimettermi nelle mani di mistriss Palmer, e di confidarmi alle sue attenzioni; ella me ne rese di assidue, e prese insensibilmente tanto interesse per me, ch'ella s'inteneriva colle mie pene, e meschiava sovente le sue lacrime alle mie.
Seppi da Lidy tutte queste particolarità; ella aveva ben riconosciuto il supposto ministro e la di lui casa. Milord Danby, confessando a Lidy il delitto di Palmer, la prevenne sopra l'innocenza della di lui moglie, e la scongiurò di non istruirla di un funesto secreto, la cui scoperta distruggerebbe la felicità e la pace di una persona stimabile.
Una tetra melancolia, un'estrema ripugnanza di prendere alimento, aumentavano la mia debolezza. Lidy rinchiudeva nel fondo del di lei cuore una parte de' suoi affanni, temendo d'irritare i miei. Noi guardavamo sovente un tristo silenzio; ma i nostri sguardi non s'incontravano senza eccitare mutuamente le nostre lacrime. Questa fedele compagna delle mie sciagure mi risparmiava tutto ciò che poteva produrre in me delle agitazioni novelle.
Milord Danby non domandava più di vedermi, nulladimeno temeva sempre la mia presenza.
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