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      Era vicina la mezzanotte quando fummo arrivati. La padrona di casa mi ricevé con aria civile e rispettosa. Mistriss Palmer le aveva fatto credere ch'io era giovine di rango, salvata col di lei mezzo dalle importune sollecitazioni di un tutore interessato, che voleva costringermi ad isposare il di lui figliuolo per impadronirsi dei beni affidati alle di lui cure; le aggiunse ch'io doveva attendere presso di lei il ritorno di una congiunta assente, e nascondermi agli occhi di tutti sino al suo arrivo. Due ghinee, con le quali ricompensai i disturbi di suo fratello, le diedero la speranza di approfittare del soggiorno che farebbe nella sua casa una persona ricca e liberale; speranza ch'ella non perdé senza rammarico, quando il tempo le manifestò il di lei errore. Ella mi condusse in un appartamento assai comodo, e dopo avermi chiesto se niente aveva ad ordinarle, mi lasciò libera e si ritirò.
      Tosto che fui sola con Lidy, l'abbracciai strettamente. Il mio cuore si sentiva alleggerito. Io non era più in potere di milord Danby, questa era per me una consolazione che avrebbe potuto tranquillizzarmi; ma le mie riflessioni si succedevano rapidamente, e il modo di sussistere senza aiuti, senza amici, e senza consiglio, mi rattristò a segno che il piacere di vedermi libera, e sottratta al mio persecutore, fu estremamente amareggiato dall'orrore dell'estrema indigenza a cui mi vedeva vicina. Lidy, che non ha mai cessato d'incoraggirmi, non perdette la speranza; mi disse:
      La Provvidenza non vi abbandonerà


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
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