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      Come sapeva egli il nome mio? Perché domandar me, e non quella che la generosità di quella dama riguardava immediatamente? Feci parte de' miei riflessi a mistriss Tomkins, mi parve confusa, la vidi esitare e non sapeva rispondermi; la sua sospensione mi diede qualche sospetto. Tremava pensando a milord Danby; egli poteva avere scoperta la mia dimora; mi sentii assalita di terrore riflettendo che, sotto un abito rispettabile, un altro Palmer potea venire a tendermi delle nuove insidie.
      Dopo una lunga apologia delle sue buone intenzioni, mistriss Tomkins m'instruì ch'ella aveva una nipote al servizio di miledy d'Anglesey; che questa giovine aveva portato per vendere alla sua padrona alcune tavolette d'avorio guarnite d'oro a me appartenenti, delle quali non le esibivano che due ghinee, mentre il fratello di Miledy assicurava che ne valevano più di dodici; mistriss Tomkins, per impegnare sua nipote a farle vedere alla di lei padrona, e procurar di ricavarne un prezzo più conveniente, ella si era spiegata sopra la mia situazione e sopra l'imprudenza di mistriss Palmer, che non doveva collocare nella casa di una povera donna due persone prive di amici e di soccorsi, le cui pene le straziavano il cuore. Ella confessò che il mio nome poteva esserle fuggito di bocca, e mi fece vedere un biglietto della Bella, sua nipote, scritto tre giorni prima della visita fatta dall'ecclesiastico, nel qual biglietto preveniva sua zia di tranquillarsi sul conto delle tavolette; che miledy d'Anglesey li' teneva, e ne farebbe infallibilmente rimettere il prezzo alla giovine dama; intanto ella le avea mandato quattro ghinee per provvedere ai bisogni i più pressanti; in effetto Lidy le aveva ricevute.


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
pagine 285

   





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