La risposta ch'ella degnò di farmi, aumentò in me la fiducia e l'attaccamento; ella non impiegava alcun termine che potesse indicare distanza alcuna fra lei e me. Veggendo mister Jennisson ch'io era determinata di accettare le offerte di miledy d'Anglesey, mi fece parte di un nuovo tratto della di lei bontà a mio riguardo. Aveva ella mandata a Londra Bella, nipote di mistriss Tomkins, perché mi servisse qui, e nel corto viaggio ch'io far doveva verso la sua campagna. Ohimè! questo giorno che doveva essere per me sì felice, divenne il più doloroso della mia vita.
Lidy volle assolutamente vedere mister Jennisson prima della mia partenza per raccomandarmi al di lui zelo, alle di lui attenzioni; ma ella si trovò in quell'istante più che mai oppressa e rifinita, respirava difficilmente, e con fatica parlava. L'oscurità della sua camera, di cui le cortine eran chiuse, non impedì a mister Jennisson d'accorgersi che le restavano pochi momenti di vita. D'accordo con mister Peters, egli prese tutte le misure convenienti in quella trista occasione; ma non poté arrivare a risparmiarmi il funesto spettacolo ch'egli desiderava occultare alla mia vista.
La sera del giorno stesso, circa la mezzanotte, io era seduta vicina al letto di Lidy; ella domandò dell'acqua, la sua assistente gliene presentò; questa donna avvicinando il lume mi fece osservare il pallore e l'abbattimento sopra il volto della mia moribonda amica, e il mio cuore vivamente commosso mi sforzò di gettare un grido. Lidy fece allontanare la donna, prese la mia mano, la strinse debolmente e, accorgendosi ch'io tremava:
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