Il mio attaccamento per lei, nato in quel primo momento, si è accresciuto a misura ch'io scopriva sempre più le qualità ammirabili del suo carattere.
Le tristi notti che passate aveva, e il dolore estremo che provai per la morte di Lidy, mi avevano talmente oppressa, che pochi giorni dopo caddi ammalata. Miledy d'Anglesey prese una cura particolare di me; ella mi onorava di tant'attenzione, che la riconoscenza mi impegnò a chiudere la mia tristezza nel fondo del mio cuore, ed a temere di lasciarne comparire dei segni in presenza della generosa mia protettrice. La mia salute si stabilì finalmente. Bella, che passò dal servigio di Miledy al mio, era la sola persona istruita di una parte de' miei disastri; la di lei zia le aveva fatto palese l'abbandono e la miseria in cui era ridotta, ma non poté farle nota la causa, perché l'ignorava ella stessa. Bella osservò il secreto che Miledy esigeva da lei, sopra il mio soggiorno a Londra, e la ristrettezza nella quale colà viveva; il resto della famiglia mi credeva una congiunta di miledy d'Anglesey novellamente arrivata dalla contea di Kent; prima di presentarmi, ella affettava parlare di me come di una giovine di provincia, timida ed aflitta per la recente perdita di sua madre.
La mia condotta confermava l'idea che Miledy dava di me; io non poteva accostumarmi a restare nel suo appartamento alle ore nelle quali ella riceveva compagnia; tosto che si annunziava una visita, mi affrettava di ritirarmi, e se la compiacenza m'impegnava a restare, la mia tristezza, il mio silenzio mi rendeva inutile, e senza dubbio disaggredevole in un circolo in cui lo spirito e la giovialità dominavano.
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