Noi abbiamo saputo dissimularli anche prima di ben conoscerli. Il Conte studiava il mio genio, io il suo; se io amava un divertimento, diveniva questi per lui aggradevole; a quello ch'ei proponeva, io mi appigliava con somma facilità; sovente mi regalava secretamente dei fiori de' quali lady Sofia gli aveva fatto presente, o mi presentava qualche galanteria che rifiutata aveva la sua compagna. Io mi lasciai lusingare da questi piccioli sacrifizi e non prevedeva l'effetto pericoloso di queste prime attenzioni; ma la gioventù ha i suoi gradi, le nostre inclinazioni crescono con noi, l'intelligenza si apre, lo spirito si sviluppa, dei movimenti confusi si sollevano nel nostro cuore e ci fanno provare la nostra esistenza; tutto prende una nuova forma a' nostri occhi; nasce l'amor proprio, esso c'insegna a distinguer coloro che cercano di piacerci, e troppo sovente ci conduce a pagare di una vera tenerezza il primo omaggio reso a' nostri vezzi.
Il conte d'Anglesey era di una figura e di una amabilità senza pari. Vivendo io con lady Sofia lo vedeva continuamente. Noi non ci parlavamo in particolare, ma gli occhi nostri si parlavano bastantemente. Senza aver concertato fra noi il valore de' nostri sguardi e de' nostri segni, noi li comprendevamo perfettamente. Col tempo tutte le nostre azioni, tutti i nostri movimenti divennero un linguaggio espressivo per i nostri cuori. Questa mutola corrispondenza fu limitata per qualche tempo a comunicarci i disgusti scambievoli che ci recava l'umore fastidioso di lady Sofia, il quale tutti i giorni aumentava, e la rendeva sempre più insopportabile.
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