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      Prima di spedir la mia lettera, ebbi tempo di riflettere su quello ch'io aveva scritto, sopra la mia posizione e sopra quella del Conte; poteva io confessare decentemente la mia passione ad un uomo di cui eran noti gli impegni, ad un uomo promesso in isposa a Sofia, all'unione de' quali non mancavan più che due mesi? Vidi con orrore la mia situazione, presi in mano il foglio ch'io aveva scritto, lo bagnai colle lacrime, volea lacerarlo; sentii qualcheduno nell'anticamera, riposi la lettera nel mio seno, con ferma risoluzione di non farne alcun uso.
      Entrò poco dopo nella mia stanza una cameriera avvisandomi che lady Lattimer desiderava parlarmi, presi il partito di andarvi immediatamente, facendo tutti gli sforzi possibili per nascondere il mio dolore e la mia confusione.
      Entrata a pena nel gabinetto di lady Lattimer, dopo qualche discorso cominciato e non finito, arrivò il Conte; cessai veggendolo di applaudirmi del sacrifizio ch'io faceva alla ragione, al dovere; sentii un dolore estremo di essere costretta a questo sforzo penoso; giammai non comparì egli a' miei occhi amabile e sì interessante; compresi da qualche segno misterioso ch'ei mi addirizzava la sua inquietudine sull'incertezza del successo del di lui foglio. Io ardiva appena volger gli occhi verso di lui; ma i suoi discorsi erano sì artifiziosi che mi eccitavano alla compassione: come poteva io aumentare la sua afflizione? come poteva io negargli una risposta ch'egli ardentemente desiderava? I segni reiterati e da me conosciuti me la ricercavano con impazienza; era vicina a cedere, ma dopo un momento di riflessione, fattami una violenza mortale, gli feci comprendere ch'egli attendeva in vano da me risposta.


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
pagine 285

   





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