LETTERA DI MILORD D'ANGLESEY A MISS ADELINE
In questo momento la mia vita o la mia morte sono nelle vostre mani. Sarò a tre ore precise alla picciola porta del parco; una sedia per voi e Benedetta vi attenderà; i miei cavalli sono pronti, un ecclesiastico partito per mia commissione ci darà a Douvres la benedizione nuziale. Le precauzioni da me prese ci offeriranno un pronto imbarco dopo la cerimonia; noi saremo la sera in Francia liberi e senza timore alcuno; risovvenitevi delle vostre promesse: se voi mancate, se io vi attendo in vano, non siate sorpresa di apprendere, quando vi risvegliate, ch'io sarò ancora nello stesso luogo, ma senza vita, e non più in caso di rimproverarvi. La mia mano mi avrà liberato da un abisso di pene.
Alla vista di tai caratteri, trattenni a forza un grido ch'era per uscire dal mio seno atterrito. Lo spavento s'impadronì della mia anima, scacciò da me tutte le riflessioni che dovevano opporsi alla mia fuga, vidi solamente il pericolo del ritardo.
Deh! corriamo presto,
dissi a Benedetta "ma potremo noi sortire? Vi ha egli instruita? Mi condurrete voi ov'egli m'attende?"
Ella mi fece sovvenire di una porta nell'appartamento de' bagni, che si apriva sopra il parco. Un giorno ch'ella vi era entrata meco, si era destramente impossessata delle chiavi. Mi fe' noto in seguito, ch'entrata al mio servizio per ordine e per la raccomandazione di milord d'Anglesey, ella conosceva il suo affetto e i suoi disegni; figlia della balia di questo cavaliere, attaccata a lui, colmata di beneficenze, si sentiva disposta, diceva ella, ad esporre la sua propria vita per contribuire alla soddisfazione del suo protettore.
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