Abbiam tenuta per molto tempo una corrispondenza fra di noi regolare, ma come accade ordinariamente nel corso di una lunga assenza, le nostre lettere divennero meno frequenti. Conservai però la speranza di rivederlo, ed il desiderio di nuovamente unirmi con esso lui. Egli restò molti anni fuori del regno; io feci un viaggio nel Nord, e quando egli ritornò a Londra, noi eravamo ancor l'uno dall'altro distanti. Sei mesi dopo seguì il suo matrimonio con la duchessa di Rutland; come io era occupato in altri affari seriosi non mi ricordo aver sentito parlare nel paese, ove allora mi trovava, né di queste nozze, né della creazione di un conte di Danby nella persona di sir James Huntley.
Terminato felicemente l'affare di cui stato era io incaricato, e dichiarata la guerra dalla Gran Bretagna ad un'altra potenza marittima, fui richiamato per servir la mia patria alla testa del mio reggimento. La corte era a Windsor quando arrivai; ricevetti l'ordine d'imbarcarmi. Miledy d'Anglesey mi attendeva ad Arundel; io desiderava di andarvi, e di passar con lei qualche giorno. Passando a Londra, trovai nel mio appartamento il di lei scudiere moltissimo rammaricato di aver mal servito la sua padrona
Si trattava di una muta di superbi cavalli, ch'erano in vendita, che la contessa d'Anglesey desiderava di avere, e che lo scudiere troppo economo nel contrattare avevasi lasciati scappar di mano; domandai subito se poteva dirmi in poter di chi fossero essi passati; dissemi che un certo Palmer li aveva comprati per commissione, e, conoscendo il carattere dell'uomo, mi assicurò che, con qualche ghinea di profitto per lui, non sarebbe difficile di riaverli; m'indicò la di lui dimora, e mi vi resi nel giorno medesimo.
| |
Nord Londra Rutland Danby James Huntley Gran Bretagna Windsor Anglesey Arundel Londra Anglesey Palmer
|