Siccome io conosceva il conte d'Overbury per un uomo poco regolare ne' suoi costumi, questa proposizione mi fece credere che un intrigo galante attirasse sir James in quella casa. Non volendo io inquietarlo, era per congedarmi, quando una porta opposta a quella per dove era entrato aprendosi con veemenza, vidi comparire un ecclesiastico con lunga veste e cotta. Ei si avanzò verso di noi sorridendo, ma sir James correndo ed arrestandolo gli fece destramente osservare la mia persona, che non doveva essere a parte della confidenza. L'ecclesiastico mi osservò, e retrocedendo sortì.
Sir James restò immobile, mutolo, gli occhi fissati al suolo, ed in una costernazione inesplicabile. Il disordine in cui lo vedeva, e la comparsa di quel ministro, mi fecero comprendere a poco presso il progetto del suo imbarazzo. Immaginai ch'egli contrar volesse un matrimonio secreto, tutto me lo indicava. Era mortificato di avere scoperto senz'avvedermene questo mistero, e di causar dell'inquietudine ad un uomo ch'io amava. Rammaricato di essere venuto mal a proposito, cercando distaccarmi da lui senza fargli conoscere i miei sospetti, presi il partito di congedarmi; ma egli, rivenuto in se stesso: 'Un momento, Milord,' mi disse 'al nome del cielo accordatemi qualche istante; voi avete troppo veduto per non comprendere quanto qui è per succedere. La mia sorte, il mio onore, sono al presente nelle vostre mani. Che pensate voi? Come mi riguardate? Quale idea vi offre di me medesimo un'azione sì contraria a' miei propri principii?
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