Presentemente, cara Miss,
continuò il conte di Arundel "degnatevi di pronunziare il mio perdono; degnatevi riconoscere in me il cognato della vostra amica. Ho desiderato ch'ella fosse l'unico testimone del nostro abboccamento per non esporre in pubblico il vostro secreto. Non è cosa difficile il nascondere le vostre crudeli avventure; sono esse assolutamente ignorate. La prudenza di miledy Rutland non le permise di macchiare la riputazione di milord Danby, facendo comparire in pubblico il soggetto della loro dissensione; quelli che cooperarono ad impegnarvi, sono interessati a tacere. Milord Overbury non vi ha veduta; che la vostra innocenza vi consoli; l'avvenimento funesto di cui vi dolete non può farvi arrossire; scordatevi delle vostre sventure in grazia della nostra amicizia."
Sì, ella è nostr'amica, ella è nostra sorellainterruppe vivamente miledy d'Anglesey; l'attaccamento e la riconoscenza rianimarono il mio cuore; voleva prorompere in ringraziamenti, me l'impedirono abbracciandomi l'uno e l'altro teneramente.
Dopo quel giorno i miei istanti erano pacifici, e sarebbero stati felici, se dopo di aver provate troppo umilianti disgrazie, la memoria del passato non risvegliasse nel nostro cuore qualche antico rammarico. Fu in quel tempo, madama, ch'ebbi la fortuna di vedervi per la prima volta in casa della viscontessa di Blemont; voi concepiste della bontà per me, e me lo faceste conoscere; vi parve ch'io somigliassi ad un'amica vostra che avevate amata moltissimo, e questa somiglianza per me fortunata v'impegnò, per avventura, a rendermi degna della vostr'amicizia.
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Miss Arundel Rutland Danby Overbury Anglesey Blemont
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