Egli fu colpevole, è vero, ma quanto soffrì, quanto ebbe occasione di pentirsi! Ah, miss Jenny, mi fa pietà un uomo che vi ha amata anche senza speranza.
Queste espressioni nelle quali scoprivasi una passione che milord Arundel voleva nascondere, mi penetrarono vivamente, e trassermi dagli occhi delle lacrime di tenerezza. La Contessa non penetrò, come io penetrato aveva nel cuore di suo cognato.
Perché questi pianti?
mi disse. "Non siete voi padrona della vostra volontà, delle vostre risoluzioni? Milord Danby non può condurvi ad onta vostra all'altare, non ha sopra di voi che quei diritti che voi vorrete accordargli. Niente può costringervi a leggere la lettera che vi scrive, se temete ch'ella v'intenerisca, rimandatela senz'aprirla."
No,
ripigliò Milord "questo procedere sarebbe duro e indecente. Non posso dal canto mio rifiutare a milord Danby il servigio che istantemente mi chiede, e ardisco esigere dalla compiacenza di miss Jenny ch'ella ascolti la lettura della di lui lettera, se non può determinarsi a leggerla ella stessa."
Vediamo dunquedisse Miledy straziando il sigillo "com'egli crede giustificare una condotta sì bassa, e impegnare miss Jenny a perdonargliela." Eseguì il progetto, e lesse ad alta voce il foglio.
Alzai gli occhi, e scoprendo ne' suoi l'inquietudine e la confusione:
LETTERA DI MILORD DANBY A MISS JENNY DI SALISBURY
Osservai il silenzio penoso che mi avete imposto; l'osservai senza lagnarmi. Ho sofferto da voi lontano, ho rispettata la giusta vostra collera; ma ora che sono in grado di appropriarmi legittimamente un titolo di cui aveva abusato, mi sarà egli permesso disperare il vostro perdono? di farvi sovvenire di un infelice, che voi avete trattato con tanto disprezzo?
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