L'ottavo giorno dopo la partenza di milord Arundel, questo giovine, che fatto aveva il giro dell'Europa, ritornò in Londra. La Duchessa ne fece parte a miledy d'Anglesey, e lo condusse la stessa sera a farle una visita.
Milord Edmond era naturalmente serioso, e in quel momento pareva imbarazzato. La Contessa gli domandò qual era il paese ch'ei preferiva fra le varie regioni ch'egli aveva scorse, quali erano le meraviglie che più meritata avevano la sua attenzione. Egli fissati aveva gli occhi sopra di me; tardò a rispondere; la Contessa replicandogli la questione medesima:
La mia patriadiss'egli "mi presenta degli oggetti sì degni della mia ammirazione, che hanno già scancellata l'impressione di tutti gli altri."
Un complimento che pareva suggerito dalla semplice politezza, che non mi era addirizzato particolarmente, non avrebbe dovuto riuscirmi né straordinario, né lusinghevole; ciò non ostante mi fece un'impressione sensibile, e credo che l'amor proprio me lo abbia reso più interessante.
Milord Arundel passava dei tristi giorni presso di lady Sofia, negl'intervalli in cui era meno agitata, ella teneva dei discorsi sensati; fissava gli occhi sopra Milord, lo prendeva per la mano, lo ringraziava delle sue attenzioni, della bontà che aveva per lei; lo supplicava di non lasciarla. Egli mi scriveva ogni giorno, ma senza impiegar alcun termine che oltrepassasse i limiti dell'amicizia. Mi fece parte che scritto aveva a milord Danby, e che gli pareva non esser questo determinato ad abbandonare le sue pretensioni, le sue speranze.
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